LETTERA ENCICLICA
LAUDATO SI?
DEL SANTO PADRE
FRANCESCO
SULLA CURA DELLA CASA COMUNE
estratto dall’ Intervento del Card. Peter Kodwo Appiah Turkson alla?Conferenza Stampa per la presentazione della Lettera Enciclica ?Laudato si?? del Santo Padre Francesco sulla cura della casa comune, 18.06.2015 (al termine del testo ? possibile linkare il testo definitivo in lingua italiana)
Come ? ormai chiaro a tutti, l?Enciclica prende il nome dall?invocazione di san Francesco d?Assisi:?Laudato si?, mi? Signore? che nel Cantico delle creature ricorda che la terra, la nostra casa comune, ?? anche come una sorella, con la quale condividiamo l?esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sua braccia? (n. 1). Il riferimento a san Francesco indica anche l?atteggiamento su cui si fonda tutta l?Enciclica, quello della contemplazione orante, e ci invita a guardare al ?poverello di Assisi? come a una fonte di ispirazione. Come afferma l?Enciclica, san Francesco ? ?l?esempio per eccellenza della cura per ci? che ? debole e di una ecologia integrale, vissuta con gioia e autenticit?. [?] In lui si riscontra fino a che punto sono inseparabili la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l?impegno nella societ? e la pace interiore? (n. 10).
Al centro del percorso della Laudato si?, troviamo questo interrogativo: ?Che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi, ai bambini che ora stanno crescendo??. Papa Francesco prosegue: ?Questa domanda riguarda non solo l?ambiente in modo isolato, perch? non si pu? porre la questione in maniera parziale?. Questo porta ad interrogarsi sul senso dell?esistenza e sui valori che stanno alla base della vita sociale: ?Per quale fine ci troviamo in questa vita? Per quale scopo lavoriamo e lottiamo? Perch? questa terra ha bisogno di noi??. Se non ci poniamo queste domande di fondo ? dice il Pontefice ? ?non credo che le nostre preoccupazioni ecologiche potranno ottenere effetti importanti? (n. 160).
Queste domande nascono da una constatazione: oggi la terra, nostra sorella, maltrattata e saccheggiata, si lamenta; e i suoi gemiti si uniscono a quelli di tutti i poveri e di tutti gli ?scartati? del mondo. Papa Francesco invita ad ascoltarli, sollecitando tutti e ciascuno ? singoli, famiglie, collettivit? locali, nazioni e comunit? internazionale ? a una ?conversione ecologica?, secondo l?espressione di san Giovanni Paolo II, cio? a ?cambiare rotta?, assumendo la responsabilit? e la bellezza di un impegno per la ?cura della casa comune?. Lo fa riprendendo le parole del Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo, qui rappresentato da Sua Eminenza il Metropolita Giovanni di Pergamo: ?Che gli esseri umani distruggano la diversit? biologica [?], contribuiscano al cambiamento climatico [?], inquinino le acque, il suolo, l?aria: tutti questi sono peccati? (n. 8).
Allo stesso tempo Papa Francesco riconosce che nel mondo si va diffondendo la sensibilit? per l?ambiente e la preoccupazione per i danni che esso sta subendo. In base a questa constatazione, il Papa mantiene uno sguardo di fiduciosa speranza sulla possibilit? di invertire la rotta: ?L?umanit? ha ancora la capacit? di collaborare per costruire la nostra casa comune? (n. 13); ?l?essere umano ? ancora capace di intervenire positivamente? (n. 58); ?non tutto ? perduto, perch? gli esseri umani, capaci di degradarsi fino all?estremo, possono anche superarsi, ritornare a scegliere il bene e rigenerarsi? (n. 205).
Proprio nella chiave del cammino di conversione e di speranza in un futuro rinnovato, Papa Francesco mette al centro dell?Enciclica il concetto di ecologia integrale, come paradigma in grado di articolare le relazioni fondamentali della persona con Dio, con se stessa, con gli altri esseri umani, con il creato. Vale la pena di ascoltare le sue stesse parole, al n. 139:
?Quando parliamo di ?ambiente? facciamo riferimento anche a una particolare relazione: quella tra la natura e la societ? che la abita. Questo ci impedisce di considerare la natura come qualcosa di separato da noi o come una mera cornice della nostra vita. Siamo inclusi in essa, siamo parte di essa e ne siamo compenetrati. Le ragioni per le quali un luogo viene inquinato richiedono un?analisi del funzionamento della societ?, della sua economia, del suo comportamento, dei suoi modi di comprendere la realt?. Data l?ampiezza dei cambiamenti, non ? pi? possibile trovare una risposta specifica e indipendente per ogni singola parte del problema. ? fondamentale cercare soluzioni integrali, che considerino le interazioni dei sistemi naturali tra loro e con i sistemi sociali. Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un?altra sociale, bens? una sola e complessa crisi socio-ambientale. Le direttrici per la soluzione richiedono un approccio integrale per combattere la povert?, per restituire la dignit? agli esclusi e nello stesso tempo per prendersi cura della natura?.
? questa la cornice al cui interno vanno collocati i diversi temi trattati dall?Enciclica, che nei diversi capitoli vengono ripresi e continuamente arricchiti partendo da prospettive differenti (cf. n. 16). Ad esempio l?intima relazione tra i poveri e la fragilit? del pianeta; la convinzione che tutto nel mondo ? intimamente connesso: la critica al nuovo paradigma e alle forme di potere che derivano dalla tecnologia; il valore proprio di ogni creatura; il senso umano dell?ecologia; la necessit? di dibattiti sinceri e onesti; la grave responsabilit? della politica internazionale e locale; la cultura dello scarto e la proposta di un nuovo stile di vita; e l?invito a cercare altri modi di intendere l?economia e il progresso ? quest?ultimo ? il tema della Professoressa Carolyn Woo (n. 16)
L?Enciclica si articola in sei capitoli, la cui successione delinea un percorso preciso.
Il punto di partenza (cap. I) ? costituito da un ascolto spirituale dei migliori risultati scientifici oggi disponibili in materia ambientale, per ?lasciarcene toccare in profondit? e dare una base di concretezza al percorso etico e spirituale che segue?. La scienza ? lo strumento privilegiato attraverso cui possiamo ascoltare il grido della terra. Si affrontano cos? questioni estremamente complesse e urgenti, come ci spiegher? il Prof. John Schellnhuber, alcune delle quali ? come i cambiamenti climatici e soprattutto le loro cause ? sono oggetto di un acceso dibattito in campo scientifico. L?obiettivo dell?Enciclica non ? quello di intervenire in questo dibattito, cosa di competenza degli scienziati, e tanto meno di stabilire esattamente in quale misura i cambiamenti climatici siano una conseguenza dell?azione umana. Il Santo Padre lo ricordava gi? il 15 gennaio scorso nel volo dallo Sri Lanka alle Filippine. Nella prospettiva dell?Enciclica ? e della Chiesa ? ? sufficiente che l?attivit? umana sia uno dei fattori che spiegano i cambiamenti climatici perch? ne derivi una responsabilit? morale grave di fare tutto ci? che ? in nostro potere per ridurre il nostro impatto e scongiurarne gli effetti negativi sull?ambiente e sui poveri.
Il passo successivo nel percorso dell?Enciclica (cap. II) ? il ricupero delle ricchezze della tradizione giudeo-cristiana, anzitutto nel testo biblico e poi nell?elaborazione teologica che si fonda su di essa. Questa rivelazione esplicita la ?tremenda responsabilit?? dell?essere umano nei confronti della creazione, l?intimo legame fra tutte le creature e il fatto che ?l?ambiente ? un bene collettivo, patrimonio di tutta l?umanit? e responsabilit? di tutti? (n. 95).
L?analisi si occupa poi (cap. III) delle ?radici della situazione attuale, in modo da coglierne non solo i sintomi ma anche le cause pi? profonde? (n. 15), in un dialogo con la filosofia e le scienze umane. L?obiettivo ? quello di elaborare il profilo di un?ecologia integrale (cap. IV) che, nelle sue diverse dimensioni, comprenda ?il posto specifico che l?essere umano occupa in questo mondo e le sue relazioni con la realt? che lo circonda?, nelle diverse dimensioni della nostra vita, nell?economia e nella politica, nelle diverse culture, in particolare in quelle pi? minacciate, e finanche in ogni momento della nostra vita quotidiana.
Su questa base il cap. V affronta la domanda su che cosa possiamo e dobbiamo fare, e propone una serie di prospettive di rinnovamento della politica internazionale, nazionale e locale, dei processi decisionali in ambito pubblico e imprenditoriale, del rapporto tra politica ed economia e di quello tra religioni e scienze. In questo contesto si inseriscono i contributi di tre testimoni romani invitati: l?insegnante Valeria Martano, che interverr?, il giovane Marco Francioni e l?anziana Giovanna La Vecchia, che saranno disponibili per interviste.
Per Papa Francesco ? indispensabile che la costruzione di cammini concreti non venga affrontata in modo ideologico, superficiale o riduzionista. Per questo ? indispensabile il dialogo, un termine presente nel titolo di ogni sezione di questo capitolo: ?Ci sono discussioni, su questioni relative all?ambiente, nelle quali ? difficile raggiungere un consenso. [?] La Chiesa non pretende di definire le questioni scientifiche, n? di sostituirsi alla politica, ma [io] invito a un dibattito onesto e trasparente, perch? le necessit? particolari o le ideologie non ledano il bene comune? (n. 188).
Infine, sulla base della convinzione che ?ogni cambiamento ha bisogno di motivazioni e di un cammino educativo?, il cap. VI propone ?alcune linee di maturazione umana ispirate al tesoro dell?esperienza spirituale cristiana?. In questa linea l?Enciclica si chiude offrendo il testo di due preghiere: la prima da condividere con i credenti di altre religioni e la seconda con i cristiani, riprendendo l?atteggiamento di contemplazione orante con cui si era aperta.
L?umanit?, nel suo rapporto con l?ambiente, si trova di fronte a sfide cruciali, che richiedono anche l?elaborazione di politiche adeguate, che peraltro figurano nell?agenda internazionale. Certamente la Laudato si? potr? e dovr? avere un impatto su questi processi. Tuttavia anche un rapido esame del suo contenuti, come quello che ho appena delineato, mostra che essa ha una natura magisteriale, pastorale e spirituale, la cui portata, ampiezza e profondit? non possono essere ridotte all?ambito delle sole politiche ambientali.
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